PiccoloRisparmio

Conto di deposito in oro: OroVero

Ringrazio Michelangelo per la “preziosa” segnalazione!

Giusto qualche giorno fa parlavamo dei beni rifugio, tra le opzioni a disposizione di noi piccoli risparmiatori. In questa occasione non mi sono soffermato lungamente sull’oro, dato che ne ho parlato più volte ed è possibile approfondire diverse notizie che ritengo interessanti.

Tra queste cito solamente Goldmoney che (mi risulta) è stata la prima offerta di conto di deposito in oro facilmente accessibile anche per noi italiani, ma che nei fatti può rivelarsi anti-economica a causa degli elevati costi per i trasferimenti a mezzo bonifico verso l’Isola di Man ove ha sede l’istituto, nel caso si intenda movimentare frequentemente le somme o comunque non si abbiano prospettive lunghe di investimento.

Tuttavia già allora si parlava dell’offerta di Banca Etruria, un istituto italiano localizzato tra centro e nord del paese, che rifornisce il settore orafo e che aveva lanciato alcune proposte interessanti legate al metallo. Ora quelle offerte sembrano essere ancora disponibili (vedi nuova pagina), ma sono state complementate da un vero e proprio conto di deposito in oro chiamato OroVero che chiunque può aprire presso la banca.

Tecnicamente, più che di conto di deposito, si parla di servizio di deposito dato che non è previsto che si possa versare oro e la materia prima viene approvvigionata unicamente dalla banca. E’ possibile però prelevare totalmente o parzialmente l’oro posseduto, con un costo costo fisso di 100€ per la fattura dei lingotti (garantiti sopra il rapporto 995/1000). Un costo elevato, che chiaramente lo rende giustificabile solo per importi di un certo livello.

Il servizio prevede che l’oro sia detenuto direttamente in banca, con un costo di gestione semestrale pari allo 0,50% del corrispettivo in euro presente alla data del 30 giugno e 31 dicembre (il fixing di riferimento è quello di Londra), con un minimo di 25€. Chiaramente dato che l’oro è acquistato dalla banca, in caso di liquidazione non sarà fatta alcuna difficoltà dato che il metallo detenuto non è soggetto ad alcuna verifica.

Si paga un’imposta di bollo all’accensione del contratto (non è specificata, potrebbe essere quindi la marca da 14,62€ per apertura contratti). Sono inoltre previsti diversi costi minori che avrebbe fatto piacere non venissero conteggiati per questa tipologia di offerta, compresi tra 1,5€ e 2€ per rendicontazioni cartacee, cui si aggiungono 5€ per certificazione di minusvalenze in fase di chiusura del rapporto. Altre comunicazioni in formato elettronico sono gratuite.

Per recedere dal contratto è necessaria una raccomandata A/R da spedire almeno 15 giorni prima, dalla cui ricezione possono passare sino a 15 giorni per la chiusura effettiva.

Diciamo quindi che mediamente il deposito può costare un minimo di 55€ annui, imposta d’apertura esclusa, a prescindere dall’importo immobilizzato. Nel caso di ritiro di oro fisico, si aggiungerebbero altri 105€ tra fattura del lingotto e rendicontazione finale. E’ chiaro quindi che l’offerta è molto diversa dai conti di deposito che siamo abituati a conoscere, privi sostanzialmente di costi, perché il sottostante è un bene volatile che può generare plusvalenze (e soddisfazioni) come può scendere e rendere antieconomico liquidarlo. E che dati i forfait minimi imposti, riguarda risparmiatori interessati a vincolare un minimo di 10k senza desiderio di liquidare in tempi brevi, ma ragionando su orizzonti temporali più lunghi.

Che poi in effetti sono quelli dei beni rifugio.

Riferimenti:

[1] Pagina web dell’offerta

[2] Scheda del prodotto

[3] Foglio informativo

Scritto da Massimiliano Brasile

Ingegnere, autore di svariati articoli tecnici nel settore IT, appassionato di finanza personale, crawling e android. Vedi il profilo anche su Google+.

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