Proprio in questi giorni abbiamo assistito al sorpasso, in termini di diminuzione dei costi per kWh del solare rispetto al nucleare. Un risultato che da solo dà da riflettere, soprattutto se pensiamo agli impatti ambientali e tralasciamo sterili polemiche. Altri interessanti risultati provengono poi sempre dalla ricerca, che sta valutando come utilizzare materiali organici alternativi al silicio per la produzione di energia fotovoltaica.
Tuttavia, parlando energia e di nucleare, mi stupisco che si continui ad ignorare la fusione nucleare fredda.
Qualcuno ricorderà i nomi di Martin Fleischmann e Stanley Pons, gli scienziati che nel 1989 parlarono per la prima volta di fusione fredda e che in seguito furono esiliati dalla comunità scientifica che bollò la teoria come una bufala, invece di approfondire gli studi e comprendere appieno il fenomeno.
In realtà in tutto il mondo sono partite ricerche sull’argomento e soprattutto in Italia sono stati ottenuti dei risultati fondamentali che stranamente non hanno ottenuto alcun eco, né sulle riviste scientifiche, né tantomeno nei canali generalisti.
Ricordo di aver assistito diversi anni fa ad un servizio sull’argomento, presentato da Report (trasmissione che giudico personalmente un esempio di vero giornalismo) e che grazie alla pubblicazione online degli archivi RAI è tuttora visibile a questo indirizzo, con il titolo emblematico “Troppo bello per essere vero“. In tale puntata, oltre a descrivere in modo davvero semplice le possibili implicazioni che deriverebbero dall’utilizzo di questa nuova fonte di energia, veniva presentato il lavoro del fisico Giuliano Preparata.
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Tale lavoro è alla base degli studi successivi che sono stati portati avanti in tempi diversi, anche sotto il coordinamento di Carlo Rubbia, presso l’ENEA di Frascati. Ma probabilmente se non fosse stato realizzata una nuova inchiesta giornalistica intitolata “Il rapporto quarantuno” (stavolta di RaiNews24), non ne avremmo saputo nulla.
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Uno strano silenzio che copre il clamore che deriverebbe dalla possibilità di poter generare tutta l’energia di cui abbiamo bisogno con una spesa ridicola per singolo kWh.