Se provate a cercare informazioni su cosa sono i micropagamenti (o micropayements in inglese) trovate molti link, ma non è facile trovare soluzioni utilizzabili in Italia.
Ho avuto modo di provare le proposte offerte da OneBip e LiqPay, che ho provato a utilizzare in PiccoloRisparmio.
OneBip (www.onebip.com): minimo 1€, commissioni al 55%
Qualcuno avrà già provato OneBip (utilizzato tempo fa dal Sole24Ore e nel nostro sito per l’acquisto dei diritti di visione dell’articolo sui titoli di stato israeliani), che permette di effettuare micropagamenti con addebito diretto sul credito telefonico. Ne avevo parlato due anni fa, quando l’azienda era ancora italiana ed esordiente, mentre lo scorso marzo OneBip è stata è stata rilevata da Neomobile Group, un grande gruppo operante nel campo delle applicazioni mobili.
Il sistema di pagamento di OneBip è una soluzione ideale per acquisti di piccolo importo, per la semplicità estrema della transazione nonché per l’elevatissima penetrazione che hanno i cellulari e soprattutto le carte ricaricabili nel nostro paese. E il vantaggio maggiore è la possibilità di compiere la transazione stessa senza disporre di un conto bancario o postale o carta di credito.
Purtroppo, il più grave difetto di tale pagamento risiede nell’intermediazione obbligata operata dai gestori telefonici. Tale intermediazione, oltre ad avere costi elevatissimi (tipicamente il costo medio è pari al 55% dell’ammontare lordo pagato, esclusi costi di servizio), costringe ad utilizzare tagli di prezzo (pinpoints) predefiniti. Ad esempio nel caso di OneBip non si può scendere sotto il taglio minimo di 1 euro e il taglio successivo ammesso è 1,5 euro. Inoltre sono gestiti solo i gestori mobili principali e non quelli virtuali.
Dal punto di vista dell’acquisto, la transazione prevede due step:
- AUTENTICAZIONE: se l’utente non è registrato, vengono raccolti dati essenziali (nome e cognome, e-mail, password e numero di cellulare); se l’utente è registrato, inserendo e-mail e password può procedere all’acquisto
- CONFERMA D’ACQUISTO
L’importo verrà quindi addebitato sul credito telefonico e l’utente riceverà un sms e una mail di conferma dell’acquisto.
LiqPay (www.liqpay.com): abilitato solo per carte emesse in paesi CIS
Se un costo minimo di 1 euro può essere accettabile in determinati casi, non è adeguato in generale.
Una soluzione alternativa per i micropagamenti di importo inferiore è offerta dal gruppo PrivatBank (di cui abbiamo presentato le offerte di conti corrente e conti di deposito) che ha creato una moneta virtuale chiamata LiqPay. Al pari di PayPal, questa moneta virtuale può essere utilizzata in pagamento per servizi nei siti web che la accettano, ma resta basata sulle carte di credito.
Originali le procedure legate alla sicurezza: non è obbligatorio registrarsi presso LiqPay per effettuare un acquisto e come sistema di autenticazione viene utilizzato il proprio numero di telefono cellulare. Nel momento in cui si vuole procedere alla transazione, viene richiesto il numero del proprio telefonino al quale sarà inviato immediatamente un sms gratuito con un codice da inserire. Inserendo il codice nel sito web di LiqPay il sistema considererà l’utente identificato e chiederà i dati della carta di credito (o nel caso di utenti registrati, se si vuole accedere all’eventuale credito in dollari o euro presenti in conto e si può anche agganciare un conto corrente dal quale attingere fondi).
La parte più interessante rappresenta l’incoming: non vengono applicate commissioni per pagamenti ricevuti direttamente nell’account e provenienti o da altri account LiqPay o da carte di credito (VISA o MASTER CARD). Per acquisire poi in concreto le somme si deve movimentare la cifra verso un conto bancario o anche verso una carta di credito associati al conto con commissioni pari all’1% (va osservato poi che in Ucraina è possibile utilizzare il credito virtuale di LiqPay per pagare bollette e acquistare servizi online e il sistema prevede comunque che un merchant possa erogare servizi tramite questo sistema, il che permette di ipotizzare una crescita simile a quella di PayPal almeno per l’Europa dell’est).
Dal punto di vista dell’acquisto, la transazione prevede tre step:
- AUTENTICAZIONE: l’utente inserisce il numero del proprio cellulare e con l’invio riceve un sms con un codice numerico da inserire sull’interfaccia web
- CONFERMA D’ACQUISTO (purtroppo con scritte miste in inglese e russo non personalizzabili)
- MODALITA’ DI PAGAMENTO: nel caso di utente già registrato in LiqPay è possibile attingere a fondi pre-esistenti, altrimenti è richiesto l’inserimento dei dati di una carta di credito (sono supportate sia VISA che MASTERCARD, oltre alla PrivatCard rilasciata ai correntisti di PrivatBank)
Una nota riguardo al pagamento con carta di credito: trattandosi di un addebito originato dall’Ucraina, dove ha sede legale la banca, è possibile che si venga contattati dal centro di sicurezza della propria banca che visualizza una situazione potenzialmente anomala. Chiaramente sarà sufficiente confermare la liceità della transazione.
Devo inoltre rilevare che nonostante possano essere programmati bottoni con pagamento ad esempio a 10 centesimi, dalle prove fatte con addebito su carta di credito VISA non vanno a buon fine. Contattando il servizio di assistenza tecnico online è emerso che i pagamenti sono disponibili con VISA solo nei paesi CIS, mentre per il resto del mondo hanno accordi solo con MasterCard.
Per non parlare del fatto che i bonifici in uscita sono ammessi solo verso banche dei paesi CIS: limitazioni non da poco, anche se forse è possibile in questo caso derogare con un conto PrivatBank a Roma.
*** Aggiornamento del 26/11/2011 ***
Purtroppo il servizio clienti mi conferma che possono accettare pagamenti solo da carte di credito emesse da istituti di paesi CIS, tagliando fuori di conseguenza tutti gli altri (questo a prescindere che il circuito sia VISA piuttosto che MASTERCARD). Un vero peccato, il sistema sembrava davvero promettente e spero che in futuro amplino il bacino di utenza.
PayPal for Digital Goods (https://cms.paypal.com/it): commissioni al 5% +10 centesimi (da 2500€/mese)
PayPal prevede la possibilità di gestire micropagamenti, ma solo per volumi di vendite mensili superiori a 2500 euro. Per capirci, i bottoni attualmente in uso per vendere il diritto di visione di alcuni articoli su PiccoloRisparmio sottostanno a dei costi tali per cui è stato necessario alzare il prezzo dagli iniziali 10 centesimi a 1 euro.
In pratica PayPal per un pagamento qualunque applica una commissione fissa di 35 centesimi, cui si aggiunge una percentuale del 3,4%. Chiedendo quindi 1 euro, l’incasso effettivo è pari a 61,6 centesimi (commisione effettiva del 38,4%), cifra sulla quale poi si applicano chiaramente le tasse dovendo fatturare direttamente all’acquirente.
Nel caso invece della tariffazione ridotta per beni digitali, la commissione fissa scende a 10 centesimi, cui si aggiunge una percentuale del 5%. Sulla richiesta di 1€ quindi l’incasso effettivo sarebbe pari a 85 centesimi (commissione effettiva del 15%), il che permetterebbe ovviamente di abbassare il prezzo richiesto ora.
Dal punto di vista dell’acquisto, la transazione prevede due step:
- METODO DI PAGAMENTO / AUTENTICAZIONE : nel caso l’utente non disponga di un account PayPal, o non sia interessato ad autenticarsi, può procedere all’acquisto indicando le coordinate della carta di credito e confermando l’acquisto in un secondo pannello; nel caso disponga di un account, si autentica inserendo e-mail autorizzata e password personale e a quel punto come fonte di pagamento può indicare il conto oltre che le carte di credito associate
- CONFERMA : una volta individuata la fonte da cui attingere per la transazione, PayPal riepiloga i dati di acquisto (articolo in acquisto, prezzo e modalità di pagamento scelta)
Google One Pass (www.google.com/onepass): nessun minimo? nessun volume mensile?
Google ha lanciato da poco i micropagamenti in alcune nazioni, tra cui l’Italia. Il video promozionale è più un teaser a mio parere, perché non dà alcuna informazione di tipo tecnico utile a valutare lo strumento di pagamento.
Ho fatto comunque richiesta di accedere al programma, ma al momento non ho ancora ricevuto alcun feedback. L’unica informazione data per certa è che l’editore può stabilire autonomamente il prezzo del bene digitale da vendere. A mio modesto parere, l’ideale sarebbe se fosse possibile pagare una commissione in percentuale senza un costo minimo: in tal modo potrei veramente impostare bottoni a 10 centesimi e per l’acquirente Google rappresenterebbe un garante affidabile cui affidare i propri dati personali (incluse eventualmente le informazioni di una carta di credito).
Spero che non emergano minimi volumi di vendita mensile come nel caso di PayPal, in tal caso forse sarà la soluzione ideale anche per PiccoloRisparmio.
Come sempre, ben accetti suggerimenti e segnalazioni!
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