Gli accorti lettori di PiccoloRisparmio se lo aspettavano già da tempo, ma ora la prestigiosa agenzia di rating Standard & Poor’s ne ha decretata l’ufficializzazione retrocedendo di un gradino nella scala dei rating l’intero comparto bancario italiano.
Dal declassamento si sono apparentemente salvate Unicredit, Montepaschi e Banco Popolare, ma solo perché queste erano già state penalizzate precedentemente. La motivazione della retrocessione sta nelle previsioni degli analisti di S&P di un ulteriore deterioramento della qualità degli asset delle banche nei prossimi due anni per effetto soprattutto di un elevato peggioramento del credito verso il mondo delle imprese. In pratica per Standard & Poor’s la ripresa in Italia è lenta e ciò penalizzerà specialmente le piccole e medie imprese, tessuto prevalente dell’economia italiana e fortemente finanziato delle banche.
Il declassamento non ha risparmiato neppure Mediobanca, il fiore all’occhiello del nostro sistema bancario, che scende da AA- ad A+, un livello davvero poco onorevole per l’istituto più prestigioso d’Italia.
Cio’ che più preoccupa l’agenzia di rating e’ il riflesso sull’economia reale. Secondo le stime nei prossimi due anni la crescita faticosa potrebbe spingere le perdite su crediti delle banche italiane fino a quota a 59 miliardi. Questo rischio potrebbe portare le banche a un’ulteriore stretta nelle concessioni del credito e siccome il 90% delle piccole e medie imprese italiane si finanzia attraverso il settore bancario, un’ulteriore riduzione di concessione di prestiti potrebbe creare ulteriore difficoltà alla crescita delle aziende e quindi alla ripresa dell’economia, innestando un circolo vizioso molto pericoloso.
In pratica c’è poco da stare allegri. Diversificare una quota dei propri risparmi all’estero diventa non più solo una precauzione, ma una necessità.