Forse ricorderete la storia degli specchi che Archimede utilizzò per bruciare le navi romane. Quel lontano esperimento bellico ci riporta nella contemporaneità al sistema del solare termico.
L’ impianto solare termodinamico, conosciuto come impianto solare a concentrazione, è un tipo di impianto che sfrutta la componente termica dell’energia solare per la produzine di energia elettrica. Deve il suo nome al fatto che, oltre ai comuni impianti solari termici, aggiunge un ciclo termodinamico per la trasformazione dell’energia termica in energia elettrica. A differenza dei comuni pannelli solari termici per la generazione di acqua calda a fini domestici (con temperature inferiori a 95 °C), questa tipologia di impianto genera medie ed alte temperature (fino a 600 °C) permettendone l’uso in applicazioni industriali. La grande rivoluzione rispetto alle altre comuni e già affermate tecnologie solari (solare termico e fotovoltaico) è la possibilità di produzione energetica anche in periodi di assenza della fonte energetica primaria ovvero l’energia solare durante la notte o con cielo coperto grazie alla possibilità di accumulo del calore in appositi serbatoi.
Un rapporto del Politecnico di Milano spiega come il 2009 sia stato un anno di svolta per questa fonte energetica, con una crescita del 23% della potenza installata rispetto all’anno precedente. Le proiezioni per i prossimi anni sono rosee soprattutto per i tanti progetti messi in cantiere negli Stati Uniti dove entro il 2020 sono previste nuove centrali per un totale di 10,3 GW di potenza. Le autorità governative USA hanno dato il via alla realizzazione della più grande centrale a concentrazione (solare termodinamico – Concentrated Solar Power CSP) del mondo, che Solar Trust of America (società composta rispettivamente da Solar Millennium che detiene il 70%, Ferrostaal che detiene il 30%) avvierà a Blythe in California, su un terreno di proprietà demaniale, da 1000 MW complessivi. La centrale di Blythe sarà costituita da 4 impianti a specchi parabolici da 242 MW ognuno, per una potenza complessiva di circa 968 MW. La realizzazione del primo impianto inizierà entro il 2010 e sarà completata nel 2013. al 2020, l’energia solare (termodinamico e fotovoltaica) movimenterà investimenti per 110 miliardi di dollari, con un incremento annuo del 44% della capacità installata che raggiungerà al 2020 i 45 GW.
La corsa per conquistare quote di mercato è quindi aperta e vede in pole position anche una neonata azienda italiana, la Archimede Solar Energy. Si tratta di una società creata dal gruppo Angelantoni per realizzare su scala industriale i tubi ricettori a sali fusi brevettati dall’Enea sotto la presidenza di Carlo Rubbia.
Una soluzione alla quale dimostra di credere fortemente anche un colosso industriale come Siemens che partecipa al capitale dell’A rchimede Solar Energy con una quota del 28%. “Per noi rappresenta un ulteriore asso tecnologico nella manica, un sistema che promette di incrementare notevolmente l’efficienza degli impianti riuscendo ad arrivare a temperature superiori a quelle dei ricettori attualmente in uso”, spiega René Umlauft, Ceo della divisione rinnovabili di Siemens Energia in occasione della presentazione alla stampa internazionale della nuova centrale da 50MW in costruzione a Lebrija, nei pressi di Siviglia, e pronta dal prossimo gennaio a soddisfare i consumi elettrici di circa 11 mila famiglie spagnole.
Il solare termodinamico costa 10/11 centesimi al Kwh e si prevede che entro il 2020 si riduca a 6 centesimi al Kwh, come sostengono la World Bank, e il Department of Energy americano e la IEA (International Energy Agency) concludendo che effettivamente stiamo avvicinandoci ad una situazione dove il costo del solare termodinamico sarà, senza sussidi, uguale o confrontabile a quello dei fossili.
L’Arabia Saudita ha sia combustibili (gas e petrolio) che utilizzo di solare. Ebbene la quantità di energia che l’Arabia Saudita riceve sotto forma di sole è mille volte la quantità di energia che lo stesso paese produce oggi con combustibili fossili. Un millesimo della superfice dell’Arabia Saudita con specchi, permetterebbe di produrre, la stessa energia primaria totale che oggi si realizza nel Paese che ha la più grande produttività mondiale di petrolio e gas naturale. Ed è proprio qui che verrà costruito il più grande impianto solare al mondo con 36mila metri quadrati.
I Paesi del sud Europa hanno una grande opportunità politica, economica ed occupazionale.
Se saranno in grado di sviluppare e promuovere tali tecnologie potranno creare sviluppo, occupazione, ed avere peso politico grazie alla grande produzione energetica che potrebbero sviluppare.
Lo faranno?
In Italia qualcosa si muove, ma gli sforzi sembrano orientarsi verso altre fonti.
Il tempo ci dirà se riusciremo a cogliere questa opportunità o lasciarcela sfuggire, facendola sfruttare ad altre società straniere.