La notizia di oggi è la pubblicazione di un dossier di oltre 2300 pagine da parte della Bundesbank, riguardante tutti i dati relativi alle riserve auree della Germania.
Nel 2012, la Bundesbank fu nell’occhio del ciclone perché fu rilevato da parte degli Auditori della Corte Federale che non era stato mai verificato l’oro tedesco in custodia all’estero. Ufficialmente fu semplicemente affermato da parte della banca centrale tedesca che non vi era alcun motivo di dubitare riguardo l’integrità, la reputazione e la sicurezza dei depositi esteri, ma chiaramente era una difesa fragile che non fece altro che alimentare il sospetto che tali riserve non esistessero affatto.
Per tamponare quindi le polemiche dell’opinione pubblica, la Bundesbank annunciò nel 2013 che avrebbe provveduto a reimpatriare l’oro custodito nei depositi di Parigi e Londra, mentre alla fine dello stesso anno a seguito dei risultati delle elezioni federali, la cancelliera Merkel dichiarò che non vi era motivo di reimpatriare l’oro custodito presso la Federal Reserve dato che se ne prendevano buona cura gli americani. L’ultimo aggiornamento di inizio 2014 prevedeva invece il reimpatrio completo dell’oro custodito in Francia e USA, con previsione di completamento per il 2020, una scadenza stranamente lunga.
Permane quindi il sospetto che tale oro non esista realmente, inoltre la Bundesbank non ha rivelato finora informazioni a riguardo per motivi di sicurezza (c’è giusto un documentario divulgativo pubblicato lo scorso marzo). Almeno fino a questa mattina, perché nel sito ufficiale della banca centrale tedesca è stato pubblicato un dettagliato rapporto che illustra la maggior parte delle informazioni di tutto l’oro di Germania.
Dico la maggior parte, perché in realtà pur indicando quantità e qualità di ogni lingotto non sono presenti numeri di serie e foto e a tutt’oggi non è dato sapere se qualcuno ha visto veramente quest’oro.
Resta interessante notare che il rapporto sarà pubblicato ora periodicamente con cadenza annuale.
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