Dopo le dichiarazioni di Obama sui notevoli investimenti per far ripartire gli Usa, ben 150 mld di usd, il pensiero va subito ai libri di scuola, quando , per chi ha fatto il tecnico, ci facevano studiare le teorie keynesiane nell’ora di economia. Già, sembrava che la ricetta alla crisi degli anni Trenta fosse sbagliata, non tagliare ma spendere.
E così fecero gli americani e poi anche gli europei nel dopo-guerra. Però oggi, con il forte debito Usa queste spese graveranno ancor più sul bilancio pubblico e, oltre ai dubbi da parte del mercato che potrebbero innescare nervosismi speculativi, se davvero l’economia non ripartirà (o ripartirà fra troppo tempo) viene da chiedersi chi pagherà il conto , oltre a Mr Obama che perderà le prossime elezioni anche per un generale scontento della Middle Class , se ancora ci sarà la classe media, il mito del consumatore medio, alias Mr e Mrs Smith. Solo la storia ce lo dirà, e ci svelerà il nome del prossimo forte consumatore che sarà l’ago della bilancia nei rapporti economici mondiali. Che sia il signor Chang?
Nel frattempo avremo anche noi in Italia un bel da fare. In Europa il peso economico è dato dal motore Germania, seguito a distanza dalla Francia, ma lo sarà anche politico visto che il recentemente ratificato Trattato di Lisbona , il c.d. trattato di riforma, porta con sé nuove modifiche e prospettive per nuovi equilibri, a partire dal peso ponderato che avranno gli Stati (a favore di Germania e Francia grazie ad una norma che di fatto toglie peso a noi) e a finire con la clausola di uscita che è la novità storica. Intanto osserviamo come i nostri asset sono preda soprattutto francese:
- trasporti: Airfrance con clausola di riacquisto delle quote della cordata italiana dopo 5 anni(Air France è socio di maggioranza col 25% ed ha diritto di opzione all’acquisto delle altre quote una volta passati 5 anni previsti nell’accordo tra Ministero e C.A.I.);
- energia: Italcogim è ormai del gruppo Edf, senza parlare dei contratti di trasferimento know how per il nucleare (siglati da mr B. con mr Sarkozy il 24-2-2009);
- alimentare: DxD, Gs, sono ormai di gruppi francesi, Carrefour e Auchan stanno spartendo il mercato della grossa distribuzione.
Certo ormai siamo nel libero mercato ma vendere asset strategici per un paese può avvenire per molti motivi, ad ognuno la sua ipotesi, io però sono convinta che chi detiene il nostro debito pubblico detenga anche una leva sulla nostra politica economica e poiché la Francia detiene ben 511 mld di nostri titoli di debito pubblico, a loro non conviene un nostro default, semmai un nostro acquisto! C’è da chiedersi cosa ci rimarrà se a breve venderanno anche le Dolomiti e gran parte del nostro patrimonio artistico culturale come già preannunciato questa estate.
Forse alla Totò, ci resterà un piatto di spaghetti.