Al via lo Scudo Fiscale
Scritto da Massimiliano Brasile
15 Settembre 2009 | Predefinito
Parte oggi in Italia lo scudo fiscale per l’emersione dei capitali illecitamente esportati all’estero.
Lo scudo “si applica sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 e rimpatriate ovvero regolarizzate a partire dal 15 settembre 2009 e fino al 15 aprile 2010“. Da oggi, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, sarà disponibile la bozza della circolare sullo scudo fiscale.
Insieme alla circolare, da oggi fino al 25 settembre, ci sarà sul sito anche un forum che consentirà di valutare e recepire non solo le indicazioni delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, ma anche di tutti i privati che vorranno inviare suggerimenti tecnici. Lo scudo fiscale rappresenta per tutti coloro che hanno esportato o detenuto all’estero capitali e altre attività in violazione degli obblighi tributari un’importante opportunità per regolarizzare in via definitiva la propria posizione fiscale.
Il governo ha previsto un’aliquota al 50% su un rendimento presunto annuo del 2% del capitale negli ultimi cinque anni, pari ad un prelievo di circa il 5% sul capitale. Tuttavia, il costo per aderire alla sanatoria potrebbe rivelarsi inferiore. Dimostrando ad esempio di aver mantenuto attività all’estero solo per un anno, il prelievo scenderebbe all’1%, pagando quindi un’aliquota al 50% sul rendimento presunto del 2% su soli 12 mesi.
Secondo le istruzioni formulate dall’Agenzia delle entrate potranno aderire allo scudo persone fisiche, enti non commerciali, società semplici e associazioni equiparate. Gli interessati dovranno presentare un apposito modello all’intermediario che riceve in deposito somme e attività finanziarie o che è incaricato della loro regolarizzazione. Potranno operare come intermediari banche italiane, società di intermediazione mobiliare e di gestione del risparmio, società fiduciarie, agenti di cambio iscritti nel ruolo unico e Poste italiane.
Formalmente la sanatoria è consentita a condizione che le attività siano rimpatriate in Italia da Paesi extra Ue, ovvero regolarizzate o rimpatriate perché in essere in Paesi dell’Unione europea ed in Paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa. Per Gran Bretagna e Lussemburgo, che appartengono all’Unione europea, vale quindi l’opzione regolarizzazione/rimpatrio. Chi invece ha esportato capitali in Svizzera, Paese che non aderisce allo spazio economico europeo, dovrà necessariamente rimpatriare le attività.
(fonte: Agenzia delle Entrate)
*** Aggiornamento del 28 ottobre ***
E’ cambiato il modello relativo allo scudo fiscale. Una copia può essere scaricata da questo indirizzo.
Qui si trovano le istruzioni per la compilazione.
15 Settembre 2009 | Predefinito
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