pr-logo

Investire nel social lending in Francia: Prêt d’Union

Scritto da

7 Giugno 2013   |   Conti di deposito

Investire nel social lending in Francia: Prêt d’Union

E’ il leader transalpino del social lending, l’equivalente della nostrana Smartika, ma con differenti modalità. Il Conto Investitori è accendibile da remoto da tutti i residenti nell’area Ue.

Seguivo già da tempo Pret d’Union e alla fine, da collezionista incallito di conti esteri facilmente accendibili da remoto e invogliato dalla promozione in corso, non ho resistito alla tentazione, tenuto anche conto che ho esperienza di social lending essendo operativo in Italia con Smartika già dal suo debutto. A differenza di quest’ultima, che come soci ha esclusivamente dei singoli privati, Pret d’Union ha come azionisti non solo i suoi fondatori e dipendenti (36%), ma anche società bancarie e finanziarie quali il Crédit Mutuel ARKEA (38%), Weber Investimenti (6%), Kima Venture Fund Xavier Niel e Jeremie Berrebi (4%), AG2R Il Mondo (3%) e Business angels (13%).

Come modalità operativa Pret d’Union si comporta in modo diverso rispetto al social lending tradizionale dove il prestatore viene coinvolto in modo passivo (esempio di Smartika) o attivo (esempio di Boober). In Credit d’Union il prestatore diventa a tutti gli effetti un investitore, in quanto non viene minimamente coinvolto nelle erogazioni dei finanziamenti, perché l’istituto si autofinanzia con l’emissione di obbligazioni a cadenza circa settimanale del valore nominale di 100 euro cadauna (non negoziate sul mercato quindi non vendibili anticipatamente) con scadenze da due a cinque anni e con rendimenti attuali che vanno dal 4% al 5,5%  senza commissioni, che l’investitore prenota, nella scadenza da lui preferita, dalla sua area riservata. Pret d’Union rimborsa ogni mese una quota di capitale e interessi, che a sua volta possono venire reinvestiti in nuove obbligazioni, e così via. A fine anno viene rilasciata documentazione fiscale sugli interessi percepiti, resta ancora da chiarire se ci produrranno, eventualmente a richiesta, un estratto conto al 31/12 come documentazione probante per noi residenti in Italia ai fini dell’applicazione della patrimoniale nostrana.

Nell’assenza di un coinvolgimento decisionale attivo o passivo dei finanziatori come può Credit d’Union garantire che i prestiti vengono erogati in modo scrupoloso e non disinvolto? Come risposta l’istituto afferma di partecipare pure esso alle operazioni con il 15% di proprio capitale, per cui è anche nel suo interesse agire con la dovuta prudenza.

L’apertura del Conto investitori avviene molto velocemente. Si compila il form online che genera la password per accedere già da subito all’area riservata, nonché il contratto da stampare e firmare. Il giorno successivo si viene contattati telefonicamente (perlomeno con me così è stato) dal responsabile commerciale della sezione investitori che chiede, in francese o in inglese, se tutto è chiaro o se ci sono domande. Con il mio francese ‘scolastico’ l’ho informato di avere capito perfettamente il funzionamento di Credit d’Union pregandolo però di tenere gli eventuali contatti via email e non telefonici in quanto così mi è più facile esprimermi. Mi ha comunque avvisato che eventualmente all’interno dell’istituto hanno una persona italo-francese che parla la nostra lingua. Il mattino successivo mi manda un’e-mail in cui mi comunica che se voglio accelerare i tempi posso inviargli la documentazione scansionata via e-mail anziché via postale. Cosa che faccio e nel pomeriggio il conto è già acceso. La documentazione è la solita richiesta dagli istituti bancari francesi: fotocopia C.I. e bolletta di utenza intestata, RIB in caso di conto bancario d’appoggio detenuto in Francia (io ho fatto il versamento da Boursorama e quindi lo ho allegato, ma si può bonificare direttamente da banca in Italia e in questo caso presumo non ci voglia niente o forse un estratto conto). Il versamento, con un minimo iniziale di € 1000, va eseguito sul c/c apposito di Credit d’Union presso il Credit Mutuel de Bretagne. Bisogna inoltre firmare, in quanto previsto dalla normativa francese, una dichiarazione (non verificata, serve solo a declinare l’istituto da ogni responsabilità civile) in cui ci si deve definire investitori professionali, barrando almeno due delle tre caselle del questionario (io ho barrato la seconda e la terza). E così sono già operativo.

L’istituto appare molto ben organizzato e determinato, all’altezza delle sfide di un mercato economico grande e importante come quello francese. Sul suo blog si legge che il 23 gennaio scorso ha addirittura fatto loro visita il ministro per il consumo Benoît Hamon. In un’ottica di delocalizzazione e diversificazione del proprio risparmio è un prodotto che, in una percentuale ovviamente prudenziale in proporzione al rischio, non poteva mancare nel mio portafoglio.

 

Scritto da Mauro Corradi

Condividi l'articolo!

7 Giugno 2013   |   Conti di deposito

Tags: , , ,