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Fido Finanza di Fineco

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27 Giugno 2016   |   Home Page - Fondo, Varie

Fido Finanza di Fineco

Recentemente alcune banche italiane, tra cui Fineco, hanno reso disponibile un nuovo strumento a disposizione dei piccoli risparmiatori, al fine di sfruttare al massimo le potenzialità dei propri portafogli finanziari. Parliamo dei prestiti e dei fidi garantiti dagli attivi finanziari.

Non si tratta di una novità assoluta, anzi la costituzione di un pegno sui titoli finanziari in possesso di investitori è una prassi piuttosto frequente nel mondo della finanza e delle banche, anche se per lo più legata a tamponare difficoltà finanziarie più o meno gravi e solo per clienti con partecipazioni di un certo livello in termini percentuali o come valore assoluto. La novità è che, a determinate e anche piuttosto restrittive condizioni, la possibilità di operazioni di questo genere è alla portata di tutti i piccoli risparmiatori con un modesto portafoglio titoli.

Prendiamo in esame la proposta di Fineco, denominata “Fido Finanza”. Le opzioni possibili sono addirittura due:

  1. Richiedere un prestito a dei tassi che variano a seconda del fatto che sia costituito un pegno o che sia dato un mandato di vendita alla banca. Ci sono delle differenze a livello civilistico ma al piccolo risparmiatore difficilmente interessano tali aspetti, in virtù del livello bassissimo, in termini percentuali sul capitale sociale dell’azienda quotata, della partecipazione in possesso (nel pegno il diritto di voto lo esercita il creditore, mentre col mandato di vendita in sospeso il proprietario può esercitare il diritto di voto finché la vendita non è avvenuta). Si può così ottenere fino all’85% del controvalore (al momento dell’operazione) dei titoli.

  2. Richiedere un fido (e quindi potenzialmente non usarlo mai) per determinati titoli (sul sito di Fineco è presente l’elenco e la percentuale di controvalore ottenibile (in genere il 45%). E’ previsto anche uno stoploss qualora il fido venga attivato e gli attivi finanziari scendano sotto la soglia di protezione (in genere fissata al 50%). Il fido può arrivare ad un massimo di 20mila euro totali.

Lasciando da parte le situazioni di difficoltà economica, troppo complesse e soggettive per poter esprimere un giudizio di merito, si può invece dire qualche parola circa l’opportunità di sfruttare questo strumento nell’ambito di una strategia di investimento dedicata unicamente a trarre il maggior profitto possibile dai propri attivi finanziari. Ebbene, soprattutto in questo periodo di tassi negativi parrebbe poco sensato indebitarsi con tassi da prestito, per quanto più contenuti in quanto assistiti da garanzie, per acquistare titoli obbligazionari con tassi bassissimi o negativi o per acquistare azioni con un orizzonte temporale da cassettista. Può essere un ottimo, utilissimo e redditizio strumento in operazioni limitate (l’importo massimo erogabile è di 20mila euro) sia per dimensioni che per durata. Consente infatti di recuperare della liquidità aggiuntiva da utilizzare in rapide operazioni che devono cogliere occasioni sui mercati e realizzare nel giro di poche sedute.

Un possibile utilizzo di questo strumento è l’acquisto di azioni in fase di Ipo e rivendere il giorno stesso della prima quotazione. E’ anche da tenere in considerazione l’aspetto, mai secondario, della fiscalità; potremmo avere necessità di non vendere certi titoli proprio per evitare plusvalenze o minusvalenze e quindi l’avere liquidità extra e compiere operazioni senza “sacrificare” titoli in portafoglio potrebbe avere interessanti logiche di natura fiscale. Pare infine sconsigliato utilizzare tale strumento per operazioni che coinvolgono variabili difficilmente prevedibili (rischio cambio se si opera su valute diverse, warrant, opzioni, ecc..) e che potrebbero far facilmente sconfinare l’operazione tra quelle in perdita, tenuto conto degli interessi passivi ed eventuali commissioni.

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