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Il linguaggio delle assicurazioni

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21 Settembre 2010   |   Opinioni

Il linguaggio delle assicurazioni

La storia della Torre di Babele ci ricorda un aspetto importante: la comunicazione. Se parliamo la stessa lingua ci capiamo altrimenti ci possono essere equivoci.

Nelle lingue specialistiche, le cosiddette micro lingue, vi sono dei termini ben precisi e chiari nel settore e con significati specifici anche dal punto di vista legale. Termini cioè che vincolano e regolano in un certo modo il contratto, ma che spesso, avendo a che fare con il linguaggio comune potrebbero essere male interpretati. Un esempio del genere si può fare parlando di assicurazioni, in particolare di polizze assicurative. Partiamo da qualche esempio concreto.

Polizze vita: dicendo “ho fatto una polizza vita” molti nel linguaggio comune possono pensare che ci si è assicurati la vita in caso di morte. Non proprio. La polizza vita pur avendo una parte contrattuale legata all’assicurazione della vita del contraente è una polizza di solito legata ad un investimento, ovvero verso un premio ogni tot (ad esempio una volta all’anno, per tot anni) e alla scadenza se sono in vita il mio investimento lo prenderà il beneficiario caso vita (di solito coincide col contraente); se invece decedo prima, il denaro lo prenderà il beneficiario da me designato in caso morte (che può essere anche un estraneo poiché questi strumenti escono dall’asse ereditario) con una maggiorazione definita contrattualmente. In questa categoria si utilizzano molto le Unit linked e le Index linked.

Per tutte le polizze bisogna sempre chiedere il costo, ovvero i caricamenti. Da qualche anno c’è una normativa che per la trasparenza prevede l’invio a casa del contraente di un prospetto riepilogativo dopo la conclusione del contratto assicurativo. Ebbene facciamo attenzione sempre alla terminologia. Infatti se io prendo 100 e li spendo per una polizza ad esempio Index linked, succede che poi arriva il mio bel prospetto pochi giorni dopo e scopro che il valore investito è 97. Se non vi è stato chiarito bene da chi ve l’ha venduta vi chiedete come mai. Ebbene, voi avete speso 100, 3 li prende subito l’assicurazione (il famoso costo di caricamento) e 97 restano da investire. Quindi nell’investimento sugli indici della mia Index ci andranno 97. Se guadagnerò l’1% sugli indici, non lo avrò guadagnato l’1% su 100 ma su 97. Perciò attenzione quando vi si parla di capitale investito: non è riferito a quello che avete sborsato per la polizza , bensi’ il capitale di conferimento (cioè 100) detratti i caricamenti (cioè 3). Spesso però si casca nella confusione perché voi pensate che 100 è quanto voi avete investito, tornate a casa e dite “ho investito 100 in una polizza Index”, invece tecnicamente voi avete speso 100 ma investito 97.

Assicurazione caso morte: questo è il vero nome della polizza che vi assicura in caso di decesso entro un certo lasso di tempo oppure senza limiti di tempo. Di solito sono molto diffuse le prime tipologie, le temporanee caso morte, ove pagate un premio ad esempio ogni anno, per tot anni, e alla scadenza se siete vivi si conclude il contratto e voi avete “perso” i premi, che sono di fatto serviti ad assicurarvi;se invece morite prima avrete la cifra pattuita contrattualmente (es. 50.000 euro) nel caso di sinistro (sinistro è il verificarsi dell’evento assicurato). In questo caso, non si applica la regola del “proporzionale” (di cui spiegherò sotto) ma se avete ad esempio 3 polizze del genere ognuna per 50mila euro, le tre assicurazioni vi pagheranno ciascuna 50mila euro poiché la vita ha un valore inestimabile; questo aspetto è però diverso per esempio nel caso di rimborso per sinistri relativi ad assicurazione sulla abitazione e tra poco vi spiego perché.

Polizza casa: qui si può assicurare ad esempio il furto, l’incendio,ecc. In questo caso sottolineo attenzione solo su un aspetto ovvero il rimborso. Dunque mi assicuro la casa contro l’incendio, siccome so che oggi la mia casa vale 200mila euro la assicuro per un valore di 200mila euro; se poi avviene un terribile incendio, l’assicurazione mi rimborsa 100mila euro. Io mi arrabbio e dico “ma come la mia casa vale 200mila”. Motivo: l’assicurazione rimborsa il valore di ricostruzione, cioè la sistemazione dei danni, perché il valore della casa è data dal valore di costruzione (materiali, impianti, ecc.) più il valore commerciale (edificio, città, piano, zona). Il valore commerciale non ve lo leva un incendio, quindi vi resta e non è in dubbio, diversamente vi sarà ripagato il valore di ricostruzione. Quindi prima cosa dovrò fare attenzione ad assicurare il valore di ricostruzione a nuovo e non il valore commerciale(così assicuro in modo corretto e pago un premio adeguato).

Secondo aspetto da considerare: la regola del proporzionale: nel caso si assicuri il bene per un importo inferiore al suo reale valore di ricostruzione (cioè l’importo necessario a ricostruirla in caso di distruzione totale), il risarcimento viene proporzionalmente ridotto. Per esempio, se il valore di ricostruzione dell’abitazione è 100.000 eur e la assicuro per metà, cioè 50mila euro l’assicurazione in caso di sinistro non risarcirà i 50mila euro ma 25mila euro (cioè la metà). Vi sono polizze che non applicano questa regola, per cui è opportuno informarsi bene.

In conclusione, il tema delle polizze assicurative merita certamente spazi più ampi e precisi ed approfonditi di questo articolo, però spero di avervi incuriosito e stimolato all’approfondimento personale indicandovi qualche accorgimento da avere nella lettura e valutazione dei contratti. Per gli esperti del settore: so di avere utilizzato un linguaggio semplice e di aver semplificato il più possibile, ma la finalità non era quella di trattare in maniera completa e precisa l’argomento. Sono tuttavia benvenuti commenti che possano precisare meglio gli aspetti trattati.

Scritto da Barbamamma

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21 Settembre 2010   |   Opinioni

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