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Stati Uniti d’Europa

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19 Giugno 2012   |   Opinioni

Stati Uniti d'Europa

Nel 2011 a Berlino, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha chiesto la creazione di “Stati Uniti d’Europa … per evitare future crisi economiche”, affermando che “dobbiamo abbandonare la nostra sovranità nazionale” nelle mani un governo centrale (Reuters.com, 4 settembre 2011).

A Parigi, il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha detto che il progetto europeo era “incompleto” e che l’Europa aveva bisogno di un “governo federale con un ministro federale delle Finanze” (EUObserver.com, 6 Settembre, 2011).
In Australia, il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, ha affermato che la gestione della crisi del debito in Europa sarà richiesta “una maggiore integrazione, almeno per l’area dell’euro” (EUObserver.com, 7 settembre 2011 ).

Queste dichiarazioni fanno eco alle parole dell’ex ministro della Difesa tedesco, Joschka Fischer, quando ha dichiarato dinanzi al Parlamento europeo che “gli Stati Uniti d’Europa sono l’unico modo per conservare una influenza europea nel mondo” e che “la prossima fase di integrazione è attraverso una unione politica” (EUObserver.com 12 gennaio 2011).

A New York, un funzionario di Citigroup, uno dei maggiori gruppi finanziari mondiali, ha detto che “l’area dell’euro sta per cadere, a meno che gli Stati membri dell’Unione europea, si fonderanno a livello politico e fiscale “(EUObserver.com 21 aprile 2010).

Un ex primo ministro belga ha inoltre affermato che una Unione federale è “l’unica opzione” possibile e può essere costituita da un nucleo di dodici stati, con il prestigioso titolo di “Stati Uniti d’Europa” (EUObserver.com, 1 dicembre 2005).

La crisi è sistemica, nel senso che l’interrelazione fra economie, finanza, ed interessi di business in Europa fanno si che il problema di uno Stato lo sia anche per altri.
In questo scenario sembra quindi improbabile una spaccatura dell’euro e dell’Unione europea, sembra invece volersi perseguire sempre di più una integrazione politica, una governance finanziaria per salvare il salvabile e arginare la speculazione dei mercati.

A partire dal 2012-2013 è possibile che si inizi una nuova fase in cui tale integrazione politica possa essere applicata, o meglio che si inizi a lavorarci su sul piano giuridico (trattati) affinchè magari entro il 2016 si arrivi alla conclusione. La politica, se è lenta generalmente, in questo caso rischia di esserlo ancora di più, ma Germania e Francia saranno certamente le due nazioni che, trovato un accordo fra esse, cercheranno di dettare i tempi e le modalità per arrivare a questa soluzione.
Ciò significa delegare la sovranità, ufficialmente dico, perché ufficiosamente sappiamo che in Grecia comanda la Troika e che in Italia e Spagna comanda la Bce.

Mi colpisce la leggerezza con la quale personalità politico-economiche di spicco lasciano dichiarazioni che sono come bombe per i mercati (l’ultima di Lagarde sulle tempistiche di tre mesi per salvare l’euro), e siccome certe personalità le reputo fin troppo intelligenti per lasciarsi a sprovvedute dichiarazioni da “bar dello sport”, mi chiedo a chi giovi e perché tanta speculazione.

L’euro serve basso, serve un euro debole, serve al sistema europeo.
Un euro distrutto non serve al sistema.

Una Europa tale e quale a quella attuale non ha gli anticorpi verso il mercato , né verso le situazioni di prese di posizione in termini di politica estera.
Ecco che l’Europa Politica Federale diventa ora un obiettivo, che però richiede tempo, tempo che i mercati, le ondate speculative, non aspettano. Come uscirne?
Il ponte sarà la banca europa centrale che possa anche ricorrere alla svalutazione dell’euro?

Roubini sostiene che per uscire dalla crisi europea serve svalutare l’euro del 20-30%.
Può darsi che si arrivi anche a farlo, però, mi raccomando , non ditelo ai greci, che si sarebbero evitati molti problemi se questa decisione fosse arrivata prima.

Scritto da Barbamamma

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19 Giugno 2012   |   Opinioni

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